Monday, 16 January 2012

No al mostro galleggiante

È un po' di tempo che medito sul fatto di attualizzare questo pesonalissimo spazio narrativo (se così lo si vuole chiamare). Ogni giorno mi vengono in mente diversi argomenti da affrontare e il tempo per farlo non lo trovo mai. Oggi mi sono detta che avrei scritto, poco, ma avrei scritto.
Ed eccomi qua.

Nonostante abbia spesso a che fare con le navi da crociere italiane, sono profondamente contraria a questo tipo di vacanza:

1- l'impronta di carbonio di questi mostri è vergognosamente alta. Ergo: le navi al loro passaggio nei mari lasciano una scia altamente tossica, radioattiva e via dicendo che lèvati... Fosse per me andrebbero bandite.

2- Ignoro profondamente quali siano le ragioni che spingono le persone a voler desiderare una vacanza su un mostro galleggiante assieme ad altre 4.200 persone!
Ma la tanto agognata fantasia di una vacanza su un'isola deserta dov'è andata a finire??
Al solo pensiero di dovermi sottoporre (uso questo verbo con cognizione di causa) a un continuo bombardamento di attività, per così dire allettanti, che vanno dalle escursioni, ai giochi di gruppo, al semplice fatto di doversi sedere ogni volta vicino a vacanzieri differenti per socializzare. Quando invece sarebbe bello farlo nel quotidiano, in metropolitana o sull'autobus o in ascensore. Invece di vestire gli abiti del vacanziere ipocrita e fare il socievole a tutti i costi.

3- Il mio status è visibile a tutti: perché la posizione della mia cabina dice in realtà, quanto ho pagato. Della serie facciamo qualcosa di diverso: portiamoci il sistema classista anche in vacanza, altrimenti rischiamo di perdere la nostra identità.
 
4- Perché mai dovrei andare in vacanza con altre 4.200 persone di cui un buon 75% mainstream che ha pochissimi argomenti se non quelli della cronaca rosa del momento?
Giuro che la prima volta che mi sono trovata davanti a una crocerista di sesso femminile sono inorridita. Era quella che poi ho catalogato come il troione da crociera. Di solito corrisponde una ultracinquantenne rifatta, con una scialuppa di salvataggio al posto delle labbra, una chioma biondo-barbie altamente riflettente, una scollatura ombelicale adornata di catene e catenelle che farebbero invidia al rapper più incallito e una dizione, con rispetto parlando, che compete soltanto con quella di Francesco Totti.

Pelagie
A una soluzione di massa come questa preferirei una più minimalista: una gitarella nelle calette di Lampedusa, magari sulla barchetta dei pescatori locali. Cercando di andare alla scoperta dei luoghi nei quali ci si trova, rispettandoli e senza imporre i propri costumi e le proprie abitudini.







 
Carbon footprint: zero!